Rame di Napoli: un dolce semplice e gustoso della tradizione siciliana. Assomigliano ai nostri mostaccioli morbidi e portano questo nome affascinante, che mi ha incuriosito e spinto a saperne di più. Il Rame di Napoli, tra i dolci semplici, è uno dei più buoni che abbia mai mangiato.
Ricetta di Letizia Bruno.
…Non si conosce con esattezza l’origine del nome tuttavia esistono varie ipotesi: la prima cita un pasticciere di Napoli come inventore di questa ricetta; un’altra ipotesi parla di un atto di vassallaggio della Sicilia nei confronti di Napoli durante l’epoca del Regno delle due Sicilie. L’ultima ipotesi, risalente sempre al Regno delle due Sicilie, sembra anche la più verosimile. Si afferma, infatti, che durante il regno
borbonico, successivamente all’unificazione del Regno di Napoli con il Regno di Sicilia, fu coniata una moneta contenente una lega di rame, in modo da sostituire la più ricca lega di oro e argento. Il popolo, con l’introduzione di tale moneta, pensò bene di creare un dolce che riproducesse tale moneta, inventando così la Rama di Napoli.
La ricetta originale conteneva farina, zucchero, cacao amaro e marmellata di arance ma negli anni vennero apportate diverse modifiche, sia nella dimensione che negli ingredienti utilizzati, introducendo l’uso di Nutella, crema di pistacchio, marmellate e altre composte di frutta o vegetali (zucca o brassica). Ad Acireale, dove prendono il nome di “nucatuli”, ne esiste una tipica versione alla zuccata, una confettura realizzata con la zucca e condita con scorze di agrumi. Tradizionalmente preparato durante le festività di Ognissanti viene regalato ai bimbi, come dono dai parenti defunti per essere stati buoni durante l’anno
Mi sono piaciuti moltissimo proprio perché sono molto speziati. Credevo che quindici chiodi di garofano fossero troppi invece li ho trovati giusti, la prossima volta ne metterò anche qualcuno in più.
Mio cognato ha detto che sono un poco “scarsi di zucchero”. L’ho pensato anche io quando ho letto le dosi, ma poi assaggiandoli li ho davvero trovati perfetti, un giusto equilibrio.
Ringrazio Letizia Bruno, catanese, per aver condiviso questa ricetta della mamma. Questi dolci sono tra i suoi ricordi d’infanzia, decorati con una S di cioccolato bianco. Avevo salvato questa ricetta diversi anni fa, per via del nome che mi aveva molto colpito, dal gruppo di Paoletta. Quest’anno me ne sono ricordata perché per i catanesi è usanza prepararla per la Festività dei Morti, mentre da noi non ci sono tradizioni legate a questa ricorrenza.
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