La pasta ‘ncasciata: tanti ingredienti golosi per una pasta al forno sontuosa che ci riporta nei luoghi del commissario Montalbano, in Sicilia. Ne esistono molte versioni a seconda della zona.
La pasta ‘ncasciata, nota anche come pasta ‘ncaciata, è un piatto tradizionale della cucina siciliana diffuso in quasi tutto il territorio del messinese, in particolare nella località di Mistretta, dove è pietanza tipica. Trattasi, nella variante più comune, di un timballo di maccheroni a base di ragù, polpette, uova sode, salame, caciocavallo, melanzane fritte e piselli.
La pasta ‘casciata è diventata celebre grazie alla serie televisiva de Il commissario Montalbano. In più episodi, la pasta viene citata e mangiata da Salvo Montalbano, che la include tra i suoi piatti preferiti.
La pasta ‘ncasciata non è un piatto leggero, ma una di quelle pietanze che fanno domenica, casa e famiglia. I maccheroni, una parola ormai quasi in disuso, in questo primo piatto diventano un inno alla tavola. La melanzana conserva il suo carattere nonostante la presenza massiccia di carni. Sarà difficile che resti un angolino libero per un secondo piatto dopo una bella porzione di pasta ‘ncasciata.
Mio cognato ha una vera passione per i piatti tradizionali particolarmente ricchi.
E ora vediamo cosa ci serve per realizzarla.
La ricetta, che si tramanda di generazione in generazione in tre versioni in base all’area geografica, consiste in un piatto di maccheroni al forno, da farcire con caciocavallo e melanzane fritte.
Dopodiché, a Messina si aggiunge il ragù (e la si serve di solito per Ferragosto), a Palermo si fa ricorso al sugo semplice e a Ragusa si opta in aggiunta per salsiccia o altri salumi.
Per i più golosi, si valuta anche un arricchimento di uova sode e/o di piselli.
Al di là della sua fama e della sua indiscutibile bontà, però, da dove deriva (quantomeno etimologicamente) questa prelibatezza sicula?
Ebbene, qui è dove le fonti si dividono: secondo alcuni, dovremmo infatti considerare la provenienza dal sostantivo ncaçiu, tipico del dialetto mistrettese da cui deriva la pasta, e che descriverebbe l’azione di “rivestire la casseruola con la brace”; secondo altri, invece, il suo nome si deve alla presenza del cacio, da cui deriverebbe di conseguenza l’aggettivo ‘ncaciata.
Fino a oggi non si è trovata una visione concorde della questione, in virtù anche della complessità del dialetto siciliano, mentre si è tramandata con più certezza l’antica abitudine di cuocere i maccheroni in una brace (come già accennavamo), o in tempi più recenti in un recipiente di terracotta.
Fonte: sicilianpost.it
Se mi seguite da tempo, avrete capito che adoro questo tipo di ricette, specialmente quelle che si preprano per momenti di aggregazione. Il pranzo della domenica, in particolare, diventa il momento più bello dove la famiglia e le persone care si riuniscono e il primo piatto è sempre il protagonista. Per questo potrete trovare altre ricette che possano soddisfare le vostre preferenze, ve ne lascio qualcuna:
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