Oggi prepariamo i maritozzi di Iginio Massari: un altro lievitato ma di un grande Maestro. Un dolce golosissimo e facile da preparare. Ma anche un’occasione per ripassare insieme le regole degli impasti lievitati, e un po’ perché ora lavorare con il frullino mi diverte!
I maritozzi sono un dolce tipico della cucina romana, noto per la sua morbidezza e il suo gusto delicato. Questi dolci a base di pasta lievitata, arricchiti di uvetta e gocce di cioccolato, vengono consumati soprattutto a colazione o a merenda, accompagnati da un buon caffè o un bicchiere di latte.
Le origini dei maritozzi sono antiche e incerte, ma si pensa che siano nati in epoca romana come un pane dolce, destinato a soddisfare la golosità degli antichi romani. In seguito, la ricetta è stata tramandata nel corso dei secoli e si è evoluta fino a diventare il dolce che conosciamo oggi.
Il nome “maritozzo” sembra derivare dalla parola latina “maritus”, che significa “marito”, in riferimento alla forma a cupola del dolce che ricorda il cappello dei mariti romani dell’epoca. Tuttavia, esistono anche altre teorie sull’origine del nome, legate alla forma del dolce o alla sua funzione come simbolo di fertilità.
Nel corso dei secoli, la ricetta dei maritozzi è stata arricchita con ingredienti come l’uvetta, il candito e le gocce di cioccolato, che hanno reso il dolce ancora più goloso e apprezzato. Tuttavia, la preparazione dei maritozzi è rimasta sostanzialmente la stessa, con l’impasto a base di farina, lievito, latte e zucchero, che viene lasciato lievitare per alcune ore prima di essere cotto in forno.
Oggi i maritozzi sono un simbolo della gastronomia romana e vengono apprezzati non solo a Roma, ma in tutta Italia e all’estero. Inoltre, sono diventati oggetto di competizioni e festival gastronomici, che ne celebrano la bontà e la tradizione.
In conclusione, i maritozzi sono un dolce antico e gustoso, simbolo della cucina romana e della sua capacità di creare prelibatezze a partire da ingredienti semplici. La loro origine incerta e misteriosa fa parte del loro fascino, e rende ancora più apprezzabile il loro sapore autentico e genuino.
I lievitati sono la mia passione, l’Amore con l’A maiuscola. Ho sempre avuto timore a parlarvene e a condividere con voi ricette ed esperienze. Il poco tempo che spesso abbiamo a disposizione, la mancanza di un’impastatrice che tutti potessimo avere in casa, ha fatto sì che non ne parlassimo spesso. Ma ora che ho scoperto di poter osare, adattando la mia esperienza a tecniche di impasto diverse, mi sento di affrontare con voi argomenti nuovi.
Mi sono divertita, durante l’impasto, a parlare idealmente con il Maestro e a chiedergli consigli!
Per il procedimento con la planetaria vi riporto quello del Maestro Iginio Massari come nel libro “Il Lato dolce”:
Mettere nella ciotola l’acqua, il lievito, il miele, lo zucchero, la scorza di limone, le uova intere e la farina. Lavorare con la foglia sino ad incordatura. (Nota mia: lavorate a velocità sostenuta, ci vorrà un quarto d’ora più o meno per queste dosi. Ricordatevi di ripulire la ciotola e capovolgere l’impasto ogni tanto). Ad incordatura avvenuta aggiungere metà tuorli ed il sale. Far assorbire. Di seguito aggiungete gradatamente il burro e l’altra metà di tuorli. Sempre poco alla volta e sempre ribaltando.
Di seguito procediamo come sopra.
La lievitazione è uguale a quella precedente.
Dopo la cottura, lasciamo raffreddare i maritozzi, poi li tagliamo verticalmente e li farciamo con panna montata con lo zucchero a velo.
Possiamo farcirli anche con crema pasticcera, Nutella, gelato.
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