I taralli di Pasqua al forno rappresentano un piatto tradizionale intriso di storia e significato. Questi deliziosi cerchi di pasta croccante, arricchiti da aromi antichi, sono un simbolo della festa pasquale in molte regioni italiane. La loro preparazione, tramandata di generazione in generazione, è un rituale che unisce le famiglie e celebra le tradizioni culinarie del nostro paese.
I taralli di Pasqua sono una deliziosa specialità tipica della tradizione culinaria italiana. Questi biscotti salati sono diffusi in molte regioni del Paese, ma le loro origini risalgono all’antica Roma.
In origine, i taralli erano un alimento molto comune tra i legionari romani, che li portavano con sé durante le loro lunghe campagne militari. La ricetta originale prevedeva l’uso di farina, acqua e sale, che venivano mescolati e poi lavorati a mano per creare la forma caratteristica di anello.
Con il passare del tempo, la ricetta dei taralli si è evoluta, dando vita a numerose varianti regionali. In Puglia, ad esempio, si aggiungono alla preparazione dell’impasto anche olio d’oliva e vino bianco, mentre in Abruzzo si utilizza la sapa, un condimento a base di mosto cotto.
L’uso dei taralli in occasione della Pasqua ha una storia antica. In passato, infatti, durante il periodo della Quaresima, era vietato consumare alimenti di origine animale. La ricetta dei taralli, a base di farina e acqua, rispettava questa tradizione, permettendo di gustare comunque un alimento saporito durante questo periodo di digiuno.
Oggi, i taralli di Pasqua rappresentano una prelibatezza che viene preparata in molte famiglie italiane durante le festività. La loro forma a anello simboleggia l’infinito e la rinascita, evocando l’atmosfera di festa e di gioia che accompagna la Pasqua.
In conclusione, la storia dei taralli di Pasqua ci riporta alle radici della tradizione culinaria italiana, che si basa sulla semplicità e sull’uso di ingredienti naturali. Questi biscotti salati sono diventati un simbolo delle festività pasquali, rappresentando l’unione tra il passato e il presente, tra la cultura e la tradizione.
Per papà non era Pasqua senza i taralli. Li mangiava accompagnati da generosi sorsi di vino rosso, altrimenti, come si dice nel nostro dialetto “’nzuccavano”, per indicarne la consistenza molto asciutta.
Non sempre venivano alti e, a volte, restavano un po’ umidi al centro. Mia madre ci restava male, non riuscendo a spiegarsi perché.
Nel tempo ho provato a farli solo un paio di volte. Sono venuti discreti, ma non buonissimi. La ricetta di mamma era composta esclusivamente da uova, farina, sale, olio.
Impastando i taralli con una farina per pizza in cottura avrai risultati migliori, perchè è una farina più forte rispetto alle normali farine 0 e 00. Qui Guida pratica sulle farine: come riconoscerle e sceglierle – Il Mondo di Antonietta Polcaro troverai un video in cui ti aiuterò a muoverti meglio in questo mondo così vasto. Una farina di media forza ti aiuterà ad ottenere taralli più alti.
In questa ricetta ogni agente lievitante dà il suo contributo, l’ammoniaca, il bicarbonato e il pizzico di lievito per dolci. Certo sarà anche possibile usare solo l’ammoniaca (ma mi raccomando che sia freschissima e non vecchia e magari aperta da tanto tempo perché è possibile che sia un poco evaporata. Sono dosi molto piccole quindi è importante che la polvere sia al massimo della sua potenza), oppure solo il bicarbonato. Anche qui una raccomandazione: mettetene pochissimo altrimenti verranno verdi dopo la cottura.
Puoi usare il liquore che preferisci, l’importante è che sia abbastanza alcolico perchè in cottura favorirà lo sviluppo. Potrai scegliere tra grappa, anice, sambuca, rum ma anche alcol a 95°.
Fai sempre in modo che le uova non entrino mai in contatto diretto con il liquore né che siano versate direttamente sull’impasto altrimenti li cuocerà.
Sia che impasti a mano, sia in planetaria ma anche nel Bimby fai in modo che l’impasto sia bello liscio ed elastico. Uno dei segreti della perfetta riuscita è anche questo. L’impasto va incordato così in cottura svilupperà meglio. Se lavori con il Bimby quando vedi che l’impasto tende a surriscaldarsi toglilo e continua a mano, sbattendo l’impasto sul piano di lavoro.
Una volta stesi e formati, sistema i taralli su dei quadrati di carta forno. In questo modo quando li metterai nell’acqua per la prima cottura non si attaccheranno al fondo della pentola e non si rovineranno per staccarli. E’ un inconveniente che capita spesso, perciò fai attenzione.
Riempi una grande pentola di acqua e quando sarà a 90 gradi sistema i taralli, distribuendoli. Devono lessare dolcemente tra gli 85° e i 90°. Se crescono troppo in acqua, poi la proteina degrada, il lievito inizia la reazione a caldo e non crescono in forno (cit. Michela). Meglio misurare con il termometro da cucina. Se non avete intenzione di comprarlo, regolatevi mettendo la fiamma al minimo.
Per pezzi da 150/200 grammi occorrono circa 15/20 minuti di cottura. E’ possibile farli anche da 250 grammi e verranno enormi e bellissimi in cottura (ca. 25 minuti). Girateli ogni tanto e non scolateli assolutamente quando vengono a galla. Meglio un minuto in più che uno in meno. Se restano un po’ crudi al cuore, poi rimane l’anima gnucca, “che qui chiamiamo ”osso”. C’è chi le vuole solo con l’osso, ma tecnicamente c’è una imprecisione nella cottura”(cit. Michela).
Più asciugano e più saranno alti. Lasciali all’aria su un canovaccio in modo da farli diventare duri e secchi. In cottura svilupperanno meglio.
Con un coltello pratica un taglio lungo tutta la circonferenza senza arrivare al centro. Basteranno un centimetro o due. C’è chi li incide prima di tuttarli in acqua, a volte anzi li tuffano, li fanno cuocere un pò, poi li riprendono e con le mani cercano di allargarli il più possibile. Ho provato anch’io una volta, ma non mi sono piaciuti. I taralli si impregnano di acqua e una volta cotti non hanno sapore.
La preparazione di questi taralli è un lavoro molto lungo che si fa perchè con essi c’è un legame affettivo. Solo che li ha mangiati da piccolo può apprezzarli. Non sono nè dolci nè salati, ma portano con sè tanti di quei bei ricordi che solo per far rivivere quei momenti vorrai farli.
Perciò, le cose veramente importanti da non fare per non vanificare la fatica sono:
Nell’impasto sarebbe meglio mettere l’ammoniaca che il bicarbonato, me se proprio vuoi usarle utilizzane una piccolissima quantità: basta la punta di 1 cucchiaino perchè altrimenti dopo la lessatura diventeranno verde scuro.
Se li tuffi in acqua già tagliati, i taralli, anche se non li fai bollire, lieviteranno e poi in forno non verranno alti.
La cottura in acqua bollente è il vero nemico di questa ricetta. Anche se li scoli appena vengono a galla, difficilmente in forno svilupperanno in altezza ed inoltre al centro l’impasto sarà duro e crudo. Perciò cuocili dolcemente e per lungo tempo.
I taralli di Pasqua al forno sono delle prelibatezze che possono essere conservate per diversi giorni, mantenendo intatta la loro fragranza e il loro sapore. È consigliabile conservarli in un contenitore ermetico una volta completamente raffreddati, preferibilmente in un luogo fresco e asciutto. Se adeguatamente conservati, i taralli di Pasqua al forno possono essere gustati per diversi giorni dopo la loro preparazione, rendendo ancora più speciale e duraturo il momento pasquale.
I taralli di Pasqua al forno sono un tesoro della tradizione culinaria italiana, un connubio di storia, sapori e rituali familiari. Se hai apprezzato questa ricetta, ti invitiamo a esplorare anche la variante fritta dei taralli di Pasqua, un’altra delizia da assaporare durante le festività pasquali. Che tu scelga i taralli al forno o quelli fritti, l’importante è condividere con chi ami il gusto e la gioia di questa festa così speciale.
Buona Pasqua!
Guarda anche
Le fragole a forma di rosa intagliata sono un'elegante e deliziosa aggiunta a qualsiasi tavola,…
Il Delirio morbido al cioccolato è l’apoteosi del cioccolato: un guscio di vellutata frolla al…
La millefoglie con crema bavarese è una torta buonissima, facile da preparare perché utilizzeremo sfoglia…
La torta a forma di cane rappresenta uno dei piaceri culinari più originali e affascinanti…
La panna cotta è uno dei dessert più amati della tradizione italiana, caratterizzato dalla sua…
Gli gnocchi di patate sono un piatto tradizionale della cucina italiana, amati per la loro…