Panini napoletani: che bontà! La ricetta somiglia molto al casatiello: un impasto, tipo pizza, farcito con ogni ben di Dio. Il panino napoletano, in formato grande o mignon, può essere servito in più di un’occasione.
Il panino napoletano, o “panuozzo” come viene chiamato nella città partenopea, è una specialità culinaria della tradizione campana che si è diffusa in tutto il territorio italiano negli ultimi anni.
Le origini di questa gustosa prelibatezza risalgono al dopoguerra, quando i panifici di Napoli erano soliti utilizzare gli avanzi di pasta per fare dei panini farciti. In particolare, si narra che fosse un giovane panettiere di Caivano, comune della provincia di Napoli, ad aver dato vita al primo panuozzo.
La leggenda racconta che il giovane panettiere, per far fronte alla scarsità di materie prime, decise di utilizzare gli avanzi della pasta per fare un tipo di pane leggermente più morbido rispetto a quello tradizionale, da farcire poi con i prodotti freschi del territorio. In questo modo, nacque il panino napoletano, un prodotto semplice ma gustoso e dal successo immediato.
Negli anni successivi, la ricetta del panuozzo si è evoluta e arricchita di ingredienti sempre più pregiati, diventando una vera e propria eccellenza della gastronomia campana. Oggi, il panino napoletano è farcito con ingredienti come la mozzarella di bufala, la scarola, il pomodoro, la salsiccia, la porchetta e il prosciutto crudo, ma le varianti sono molteplici e variano a seconda della zona di produzione.
Il panuozzo, insieme alla celebre pizza, è diventato uno dei simboli della tradizione culinaria partenopea, apprezzato e conosciuto in tutta Italia. Grazie alla sua bontà e alla sua semplicità, il panino napoletano è diventato un’icona della cucina di strada italiana, e un’esperienza gastronomica che ogni turista che si rispetti non può perdere durante una visita in Campania.
Alternativa al lievito fresco, 2 g di secco. Oppure 200 g di lievito madre maturo al primo rinnovo (io aggiungerei sempre anche un pezzetto minuscolo di ldb).
Il ripieno è indicativo e facoltativo. Potremo utilizzare ciò che più ci piace.
I panini napoletani sono uno dei cibi di strada più popolari nella città di Napoli e in tutta la regione campana. Ecco tre curiosità sui panini napoletani che potrebbero sorprenderti.
Uno dei panini napoletani più conosciuti è “O’ Pecchiariello”, che prende il nome dal piccolo peperoncino (“pecchiariello” in napoletano) che viene utilizzato come ingrediente principale. Questo panino è composto da pane imbottito con salsiccia piccante, peperoni, cipolle e il famoso peperoncino “pecchiariello”.
Un’altra specialità napoletana è il panino “cuoppo”, che viene servito in un cono di carta fritta e contiene vari ingredienti come patatine fritte, crocchette di patate, polpettine di carne, panzerotti e altri antipasti. Questo panino è un pasto completo da gustare per strada, ed è molto amato dagli abitanti della città.
Nonostante il nome possa ingannare, il panino alla Genovese è una specialità napoletana a base di carne di manzo cotta a lungo con cipolle, vino bianco, olio d’oliva e prezzemolo. Il tutto viene poi inserito in un morbido panino rotondo, creando un sapore unico e appagante.
In sintesi, i panini napoletani sono un’esperienza culinaria unica, con molte specialità locali che rappresentano la tradizione e la cultura della città. Dalla salsiccia piccante al cono di carta fritta, ogni panino è un’opportunità per assaggiare i sapori autentici della cucina napoletana.
Questa ricetta non è mia. Come ne sono venuta in possesso lo racconto nel video.
Si tratta di un ottimo impasto. Doppia lievitazione, poco lievito, la stesa senza mattarello, la cottura ad una temperatura molto alta.
Pasquale, il mio amico virtuale, le pizze, e non solo, le sa fare. Mi ha mandato diverse foto di sue ricette.
Nell’impasto dei panini mi ha raccomandato di non sostituire l’olio con lo strutto. Mi sono trovata d’accordo: in questo modo la ricetta risulta pure più “estiva”.
A questo proposito, ho fatto un po’ di ricerche ed ho letto che nell’impasto del panino, così come in quello per il casatiello, può essere utilizzato lo strutto, ma, le quantità di lievito aumentano notevolmente.
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