Ricette

Panini napoletani. Videoricetta

Panini napoletani: che bontà! La ricetta somiglia molto al casatiello: un impasto, tipo pizza, farcito con ogni ben di Dio. Il panino napoletano, in formato grande o mignon, può essere servito in più di un’occasione.

Panini napoletani: origini della ricetta

Il panino napoletano, o “panuozzo” come viene chiamato nella città partenopea, è una specialità culinaria della tradizione campana che si è diffusa in tutto il territorio italiano negli ultimi anni.

Le origini di questa gustosa prelibatezza risalgono al dopoguerra, quando i panifici di Napoli erano soliti utilizzare gli avanzi di pasta per fare dei panini farciti. In particolare, si narra che fosse un giovane panettiere di Caivano, comune della provincia di Napoli, ad aver dato vita al primo panuozzo.

La leggenda racconta che il giovane panettiere, per far fronte alla scarsità di materie prime, decise di utilizzare gli avanzi della pasta per fare un tipo di pane leggermente più morbido rispetto a quello tradizionale, da farcire poi con i prodotti freschi del territorio. In questo modo, nacque il panino napoletano, un prodotto semplice ma gustoso e dal successo immediato.

L’evoluzione della ricetta

Negli anni successivi, la ricetta del panuozzo si è evoluta e arricchita di ingredienti sempre più pregiati, diventando una vera e propria eccellenza della gastronomia campana. Oggi, il panino napoletano è farcito con ingredienti come la mozzarella di bufala, la scarola, il pomodoro, la salsiccia, la porchetta e il prosciutto crudo, ma le varianti sono molteplici e variano a seconda della zona di produzione.

Il panuozzo, insieme alla celebre pizza, è diventato uno dei simboli della tradizione culinaria partenopea, apprezzato e conosciuto in tutta Italia. Grazie alla sua bontà e alla sua semplicità, il panino napoletano è diventato un’icona della cucina di strada italiana, e un’esperienza gastronomica che ogni turista che si rispetti non può perdere durante una visita in Campania.

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Panini napoletani

Portata Aperitivo
Cucina Italiana
Preparazione 3 ore
Porzioni 20 porzioni

Ingredienti

  • 1 kg farina*
  • 500 g acqua
  • 5 g lievito di birra fresco
  • 25 g sale
  • 50 g olio evo

Ripieno:

  • 400 g salumi (prosciutto, salame napoletano, pancetta)
  • 500 g formaggi misti (scamorza bianca o affumicata secca, provolone dolce)
  • 100 g pecorino e parmigiano grattugiato
  • q.b. pepe
  • q.b. uova sode a pezzetti

Istruzioni

  • In planetaria facciamo così: mettiamo tutta la farina nella ciotola ed aggiungiamo più della metà dell’acqua in cui avremo sciolto il lievito. Impastiamo un poco con il gancio.
    Dopo aggiungiamo l’altra parte di acqua in cui avremo sciolto il sale.
    Impastiamo sino ad incordatura poi aggiungiamo l’olio a filo e terminiamo.
  • Lavoriamo l’impasto fino a che non diventa liscio ed omogeneo.
  • Dividiamo l’impasto in due panetti di peso uguale (così sarà più facile stendere senza mattarello). Mettiamo a lievitare in ciotole leggermente unte di olio fino al raddoppio (ca. 3 ore).
  • Stendiamo ogni pezzo in un rettangolo, possibilmente senza usare il mattarello.
  • Cospargiamo con il ripieno, arrotoliamo senza stringere troppo.
    Tagliamo i panini da ca. 7 cm. Adagiamoli su una teglia ricoperta di carta forno. Copriamo con pellicola e facciamo lievitare un’oretta.
  • Preriscaldiamo il forno a 250°, preferibilmente ventilato.
    Spennelliamo la parte superiore dei panini con del tuorlo. Inforniamo per 20 minuti ca.
  • Serviamo ancora caldi e filanti. Buon appetito!

Note

*possiamo utilizzare farina 00 più forte, farina 0; volendo anche farina di tipo 1 o 2 (aumentando un poco l’acqua).

Alternative alla ricetta

Alternativa al lievito fresco, 2 g di secco. Oppure 200 g di lievito madre maturo al primo rinnovo (io aggiungerei sempre anche un pezzetto minuscolo di ldb).

Il ripieno è indicativo e facoltativo. Potremo utilizzare ciò che più ci piace.

I tre migliori panini napoletani

I panini napoletani sono uno dei cibi di strada più popolari nella città di Napoli e in tutta la regione campana. Ecco tre curiosità sui panini napoletani che potrebbero sorprenderti.

1.Panino ‘O Pecchiariello

Uno dei panini napoletani più conosciuti è “O’ Pecchiariello”, che prende il nome dal piccolo peperoncino (“pecchiariello” in napoletano) che viene utilizzato come ingrediente principale. Questo panino è composto da pane imbottito con salsiccia piccante, peperoni, cipolle e il famoso peperoncino “pecchiariello”.

2.Panino Cuoppo

Un’altra specialità napoletana è il panino “cuoppo”, che viene servito in un cono di carta fritta e contiene vari ingredienti come patatine fritte, crocchette di patate, polpettine di carne, panzerotti e altri antipasti. Questo panino è un pasto completo da gustare per strada, ed è molto amato dagli abitanti della città.

3.Panino alla Genovese

Nonostante il nome possa ingannare, il panino alla Genovese è una specialità napoletana a base di carne di manzo cotta a lungo con cipolle, vino bianco, olio d’oliva e prezzemolo. Il tutto viene poi inserito in un morbido panino rotondo, creando un sapore unico e appagante.

In sintesi, i panini napoletani sono un’esperienza culinaria unica, con molte specialità locali che rappresentano la tradizione e la cultura della città. Dalla salsiccia piccante al cono di carta fritta, ogni panino è un’opportunità per assaggiare i sapori autentici della cucina napoletana.

Come ho scoperto questa ricetta

Questa ricetta non è mia. Come ne sono venuta in possesso lo racconto nel video.

Si tratta di un ottimo impasto. Doppia lievitazione, poco lievito, la stesa senza mattarello, la cottura ad una temperatura molto alta.

Pasquale, il mio amico virtuale, le pizze, e non solo, le sa fare. Mi ha mandato diverse foto di sue ricette.

Nell’impasto dei panini mi ha raccomandato di non sostituire l’olio con lo strutto. Mi sono trovata d’accordo: in questo modo la ricetta risulta pure più “estiva”.

A questo proposito, ho fatto un po’ di ricerche ed ho letto che nell’impasto del panino, così come in quello per il casatiello, può essere utilizzato lo strutto, ma, le quantità di lievito aumentano notevolmente.

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Antonietta Polcaro

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