Biscotti brutti ma buoni, un classico della pasticceria: questi dolcetti sono molto golosi, il sapore delle nocciole tostate e tritate viene esaltato dalla cottura con la meringa.
I biscotti brutti ma buoni sono un dolce semplice da preparare. Tre gli ingredienti, nocciole tostate, albumi e zucchero che insieme, grazie alla cottura della meringa sul fornello, danno vita ad un biscotto croccante e saporito.
I brutti ma buoni erano tra i dolci preferiti di papà. A volte la domenica, lui stesso o mio cognato, andava in pasticceria ad acquistare il vassoio di dolci per pranzo. Capitava che, invece del solito vassoio di paste, preferisse la pasta di mandorle classica a cui faceva aggiungere una fila di brutti ma buoni. Gli piaceva molto il sapore della nocciola, ma era l’insieme zuccherino a stuzzicarlo, perché in campagna avevamo tanti alberi di nocciole ma io non l’ho mai visto mangiarne una. Neanche durante la raccolta. Io si, invece e tante.
Nei miei giri “randagi” per la campagna mi fermavo a staccarle e mangiarle direttamente sotto i rami. Magari mi sedevo per terra, nell’erba, gli insetti non mi facevano paura.
Le caratteristiche dei brutti ma buoni sono appunto croccantezza e forma: devono asciugare in forno anche all’interno perciò, per sicurezza, a fine cottura metto lo sportello del forno in fessura per una decina di minuti.
I brutti ma buoni sono dei dolcetti dall’origine contesa: se alcuni sostengono essere originari della località lombarda di Gavirate (VA), in cui si presume che nacquero nel 1878 dall’intuizione di Costantino Veniani e di cui farebbero parte integrante della storia comunale, altri ritengono invece che questo prodotto dolciario abbia origine nella città piemontese di Borgomanero (NO).
Al di là dell’incertezza riguardante le origini, oggi ci accompagna una granitica certezza. I brutti ma buoni sono biscotti di origine piemontese o lombarda la cui squisitezza va oltre ogni effimera apparenza.
Oggi, a dire il vero, sono diffusi un pò in tutta Italia, anche se in varie versioni.
La dose di zucchero può variare, da pari peso delle nocciole fino a scendere ai 200 g. Il risultato sarà leggermente diverso, ma ugualmente buonissimo. E’ solo una questione di gusto personale. Posso dirvi che una maggiore dose di zucchero li rende ancora più croccanti.
Infornare in modalità ventilata a 160° per 40 minuti circa. Gli ultimi 5/10 minuti con lo sportello del forno in fessura.
Si può usare anche la granella di nocciole, ma io preferisco le nocciole tostate e tritate grossolanamente perché mi piace trovare qualche pezzetto di nocciola più grosso.
Il gateau di patate è un piatto tradizionale e gustoso, amato da molti per la…
Nella vasta e ricca tradizione culinaria partenopea, le montanare napoletane rappresentano un'autentica delizia. Questi piccoli…
Il Savarin, simile al nostro babà ma più facile e veloce nella preparazione, è un…
Il pistacchio è un piccolo tesoro culinario che, quando trasformato in pasta, dona un tocco…
I ravioli ricotta e spinaci rappresentano una delle pietanze più amate della tradizione culinaria italiana.…
Il ciambellone soffice rappresenta un'icona culinaria della cucina italiana, amato per la sua semplicità e…