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Torrone dei morti – Videoricetta

Il torrone dei morti è una ricetta facile e velocissima: un trionfo di cioccolato di vari gusti miscelato alla nutella ed alle nocciole tostate. Il problema è che un pezzetto tira l’altro!

Le origini del torrone

Il torrone è un’invenzione araba arrivata in Sicilia dopo una deviazione in Spagna, dove è stato ideato un nuovo modo di legare le mandorle tostate.» (Tarantino, Maria, and Sabina Terziani.) Il torrone è un dolce molto antico e viene considerato tipico di molte regioni, non solo italiane.

Conosciuto anche come “O Murticiell”, la ricetta del torrone dei morti, a differenza del torrone come tipologia di dolce, ha origini napoletane dedicata alla ricorrenza del 2 novembre. Come sappiamo, questa è la data in cui c’è la commemorazione dei defunti e la città di Partenope dedica un momento di dolcezza e gioia ai bambini, onorando la tradizione del “Torrone dei morti”.

A Napoli si tratta di un’usanza molto sentita, tanto che la zona storica stessa è sommersa, nei giorni precedenti il 2 novembre, da bancarelle recanti torroni di ogni sorta.

Il torrone dei morti simbolo per la tradizione napoletana

Il torrone è un simbolo e rappresenta un omaggio ai defunti: un modo di “allietare” il viaggio verso l’aldilà. La tradizione vuole che in un tempo lontano, i bambini portassero questo torrone ai morti come dono e questo ne spiega il nome.

Non era difficile, nei secoli scorsi, trovare delle pietanze sulle tombe o su loculi. L’omaggio era offerto in virtù del fatto che l’anima del caro estinto potesse tornare per qualche ora a far visita ai parenti ancora in vita. Addirittura in alcuni comuni del vesuviano, nell’attesa che l’anima del caro trapassato tornasse nella notte tra il 1° e il 2 novembre, nella stanza più bella della casa veniva preparata in suo onore una cena composta da due fette di pane, un pizzico di sale, del limone ed un bicchiere d’acqua.

La tradizione del torrone dei morti

L’evoluzione di questa tradizione è legata in qualche modo a quella anglo-americana di Halloween con il mitico “dolcetto o scherzetto”.
Il torrone chiamato anche ‘O Murticciell’ ha una caratteristica forma a cassetta che fa pensare ad una bara. È anche consuetudine, o forse è meglio dire “era”, per i fidanzati, omaggiare le proprie innamorate con un vassoio di torrone una settimana prima della festività.

La storia del Torrone in Campania

La Campania ha una lunga storia legata al torrone e affonda le proprie radici ai tempi dei romani, quando il torrone era chiamato “Cupedia”, traducibile come: ‘sregolato desiderio di cibi delicati’, che nel suo passaggio dal latino al dialetto divenne “Cupeta”, la cui più antica testimonianza in Benevento è del 1544.

Dal ‘700 si inizierà a parlare di “Torrone”, dal verbo latino torréo, cioè abbrustolire, tostare (nocciola o mandorla appunto). Oggi nel panorama nazionale ed internazionale, Benevento è riconosciuta per la squisitezza di questo suo prodotto dolciario.

Un torrone diverso da quello classico

Ma il torrone di cui parliamo per la festa dei defunti è diverso da quello classico: non si tratta del classico torrone duro di miele e mandorle, ma di un torrone morbido e cremoso, spesso, ripieno di nocciole intere e ricoperto da un denso guscio di cioccolato che solitamente viene tagliato a fette e divorato senza ritegno il 2 novembre al termine del pranzo o quando arrivano ospiti.

Col passare degli anni, la ricetta ha subito delle variazioni più “moderne”: oggi la crema interna è preparata con i gusti più svariati: cioccolato, caffè, mandorla, fragola, pistacchio, cassata, zuppa inglese, tiramisù, con l’aggiunta di frutta secca o candita.
Come spesso accade, usanze e tradizione si fondono, e ci si ritrova a consumare il piatto tipico di una ricorrenza senza conoscerne il motivo, ed è proprio quello che succede il 2 novembre: in ogni famiglia napoletana non deve mai mancare a conclusione del pasto, il buon, vecchio, caro Muorticiell!

Fonte: osteriadacarmela.it

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Torrone dei morti

Portata Dessert
Cucina Italiana
Preparazione 30 minuti
Porzioni 1 da 22 cm

Equipment

  • 1 stampo di alluminio rettangolare ca. 22 cm di lunghezza

Ingredienti

  • 170 g cioccolato fondente
  • 300 g crema di nocciole
  • 300 g cioccolato bianco
  • 300 g cioccolato al latte
  • 200 g nocciole tostate

Istruzioni

  • Sciogliamo il cioccolato fondente in una casseruola d’acciaio dal fondo spesso a fiamma bassissima. Una volta sciolto, rivestiamo lo stampo, roteando la cioccolata all’interno. Passiamolo in congelatore per farlo rapprendere per una mezz’ora od anche più.
  • Dopodiché, nella stessa pentola sciogliamo il cioccolato al latte ed il cioccolato bianco, sempre mescolando e sempre a fuoco bassissimo. Una volta spento, aggiungiamo la crema di nocciole.
  • Volendo far raffreddare più velocemente trasferiamo il composto in una ciotola di vetro ed aggiungiamo le nocciole, intere, come ho fatto io, oppure anche tritate. E’ una questione di gusto.
  • Lasciamo raffreddare ancora un poco ed appoggiando lo stampo di alluminio rivestito di cioccolato in uno stampo da plum cake più grande, in modo da rendere agevole lo spostamento in freezer, versiamo il cioccolato con le nocciole.
  • Sarà sufficiente una mezz’oretta in freezer e successivamente in frigorifero per almeno cinque sei ore.
  • Dopodiché, con molta delicatezza, tagliamo con la punta delle forbici da cucina, il lato più corto dello stampo di alluminio e procediamo con delicatezza a sformare il torrone.
  • Serviamo tagliato a fette.

Consigli e considerazioni sul torrone dei morti

Come ho detto nel video, mi sono ricordata improvvisamente di questa ricetta, che credo di aver fatto una sola volta nella mia vita, più di una ventina di anni fa; a differenza del torrone croccante alle nocciole che tendo a rifare più spesso.

Credo sia possibile variare le dosi ed anche la tipologia dei cioccolati. Per esempio, volendo farlo solo bianco si può aggiungere al cioccolato bianco un po’ di panna fresca, mentre lo sciogliamo. Come se volessimo realizzare una ganache, in modo che al taglio sia più morbido. Si potrebbe aggiungere anche della pasta di pistacchio, di nocciole, di caffe’.

Insomma c’è da sperimentare un po’. Io non ho avuto molto tempo, perché me ne sono ricordata all’ultimo minuto grazie alla richiesta di una lettrice.

Ho potuto realizzarla proprio perché di una facilità estrema.

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Antonietta Polcaro

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