Una ricetta di papà, contadina e povera. Lui era solito preparala per colazione quando si era in tanti per i lavori nei campi. Un piatto ricco di buoni ingredienti.

Ingredienti per 5/6 persone

  • 4 peperoni sott’aceto
  • 700 g di patate
  • 400 g di cavolfiore
  • 800 g di baccalà spugnato
  • 300 g di passata di pomodoro
  • olio evo, aglio, sale, peperoncino.

In una padella mettiamo a soffriggere dell’olio con un paio di spicchi d’aglio e volendo il peperoncino a pezzetti. Facciamo dorare ed aggiungiamo i peperoni sott’aceto, puliti, lavati e tagliati a spicchi. Saliamo un poco.

Facciamo cuocere fino a quando si coloriscono un poco, una decina di minuti scarsi.

Una volta cotti, togliamoli dalla padella e teniamo da parte.

Nello stesso olio, aggiungiamo la passata di pomodoro aggiungendo, se necessario, qualche cucchiaio di acqua. Saliamo poco e facciamo cuocere una decina di minuti.

Nel frattempo, avremo messo a bollire dell’acqua salata in cui scalderemo per 7/8 minuti le cime dei cavolfiori. Scoliamo e teniamo da parte anche questi.

Quando è trascorso il tempo di cottura della salsa, mettiamo a cuocere le patate tagliate a pezzi piuttosto grossi, aggiungendo altra acqua, per 15/20 minuti. Saliamo un poco e portiamo a cottura con il coperchio.

Dopodiché aggiungiamo il baccalà a pezzi, distribuendolo tra le patate. Io ho utilizzato, così come faceva papà, i pezzi della coda e della pancetta.

Aggiungiamo anche i cavolfiori e facciamo cuocere coperto per una decina di minuti, aggiungendo sempre dell’acqua se vediamo che il tutto tende ad asciugare.

Alla fine, aggiungiamo i peperoni sott’aceto, distribuiamoli con la cucchiaia, alziamo la fiamma e terminiamo di cuocere pochi minuti.

Facciamo in modo che sul fondo della pentola ci sia un buon sughetto!

Ho cercato di trovare traccia di qualche ricetta simile in rete, ma inutilmente. C’erano baccalà con patate, oppure con cavolfiori, oppure baccalà e peperoni, ma di tutti questi ingredienti messi insieme, niente.

La colazione dei braccianti

Ho voluto condividere questo piatto che papà preparava per la colazione quando in campagna si vendemmiava o si raccoglievano le olive, oppure si zappava. A casa in quelle occasioni venivano i braccianti, per modo di dire, perché per noi erano persone quasi di famiglia, Luigi, Concetta, Sapatiello, Ciriaco, Pasquale, Carina, Amalia, Carmela, Ngiulina, che era la nostra vicina di terreno e che oggi ha 98 anni.

Si iniziava a lavorare prestissimo e così verso le nove ci si sedeva a tavola per mangiare.

Io stavo sempre in mezzo a loro e li seguivo anche nei campi. A quei tempi non mangiavo il baccalà, ero piccola.

Ma queste immagini di loro, affiatati, gioiosi ed allegri nonostante la fatica, l’atmosfera e il calore che si respirava mi sono rimasti dentro e sono tra i miei ricordi più belli.

Ho voluto riportarli alla luce e farli rivivere con questa zuppa che sicuramente non è un piatto gourmet ma in cui ci sono tanti buoni sentimenti.

Il cibo è anche questo.

A pranzo ci si sedeva di nuovo a tavola e di nuovo tanta allegria. Erano belli quei giorni. ‘Ngiulina mangiava il suo piatto di pasta accompagnando il boccone con sfoglie di cipolla cruda.

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