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Taralli di Pasqua fritti: la tradizione che profuma di festa – Videoricetta
I taralli di Pasqua fritti sono molto più di un semplice dolce o salato tipico: sono un profumo che invade la cucina, un gesto tramandato di generazione in generazione, una ricetta che sa di casa, di mani infarinate, di chiacchiere intorno al tavolo. Prepararli è un rito che accompagna la Settimana Santa in molte regioni italiane, specialmente nel Sud e nel Centro Italia. La loro consistenza morbida ma croccante all’esterno, il sapore rustico e autentico, li rende irresistibili.
In questo articolo scopriremo tutto quello che c’è da sapere su questi piccoli anelli di felicità: dalla loro storia alle varianti regionali, dalle differenze con i taralli al forno, fino ai migliori abbinamenti salati e dolci. Se ami sperimentare in cucina e riscoprire i sapori della tradizione, sei nel posto giusto.
Taralli di Pasqua fritti: origini della ricetta
La storia dei taralli di Pasqua affonda le sue radici nella cucina contadina del Sud Italia, dove l’arte di friggere era un modo per rendere speciale anche l’impasto più semplice. Gli ingredienti erano pochi, ma scelti con cura: farina, uova, zucchero o un pizzico di sale, olio d’oliva, e un tocco di liquore o scorza d’arancia per aromatizzare.
Questa preparazione, diffusa soprattutto in Puglia, Campania, Basilicata e nelle Marche, era tipicamente legata alla Pasqua, momento di festa e abbondanza dopo il periodo di Quaresima. I taralli, in forma di anelli intrecciati o lisci, venivano infornati o fritti nell’olio bollente, sprigionando un profumo inconfondibile.
Erano simbolo di buon augurio e abbondanza: spesso venivano portati in dono ai parenti, inseriti nei panieri pasquali assieme a uova sode colorate e salumi. Il loro significato simbolico si intreccia con il concetto di ciclicità, rinnovamento e resurrezione, temi centrali della Pasqua cristiana.
Come preparare i taralli di Pasqua fritti
Taralli di Pasqua fritti
Ingredienti
- 500 g farina 0 o 00 (12/13 g di proteine)
- 6 uova
- 40 g olio evo o di semi
- 30 g liquore forte
- 12 g sale
- 2 g miscela di bicarbonato, ammoniaca, lievito per dolci oppure solo 2 g di ammoniaca o di bicarbonato
- q.b. pepe
Istruzioni
- Setacciamo la farina con gli agenti con gli agenti lievitanti, facciamo un buco al centro e versiamo le uova e il sale.
- Mescoliamo con una forchetta e man mano aggiungiamo l’olio. Potrete impastare anche inplanetaria con il gancio oppure nel Bimby.
- Iniziamo a lavorare l’impasto con le mani oppure con un tarocco poi aggiungiamo il liquore facendolo cadere sulla farina in più riprese. Se li mangiate per accompagnare salumi e formaggi aggiungiamo il pepe.
- Lavoriamo l’impasto a lungo sino a quando diventa liscio eomogeneo.
- Una volta terminato, facciamo riposare l’impasto avvolto dalla pellicola o ricoperto a campana con una ciotola per un quarto d’ora, venti minuti.
- Nel frattempo ritagliamo dei rettangoli di carta forno su cui appoggeremo i pezzi.
- Stacchiamo dei pezzi da circa 50 g, formiamo le palline e appoggiamole sulla carta forno.
- In una pentola capiente portiamo l’acqua a sfiorare il bollore. Questi taralli dovranno cuocere ad una temperatura intorno agli 85°. E' meglio misurarla continuamente con un termometro da cucina.
- Mettiamo una metà dei pezzi tuffandoli con la carta, che poi elimineremo quando salirà a galla.
- La carta forno servirà a non far attaccare le palline sul fondo della pentola.
- Teniamo la fiamma bassa, facendo in modo che l’acqua non venga più a bollore e si mantenga sempre intorno agli 85°. Cottura per una decina di minuti, girandoli ogni tanto.
- Quando sono cotti li scoliamo e li mettiamo ad asciugare su un canovaccio per almeno qualche ora, meglio sino al giorno dopo.
- Prima di friggere, incidiamo i pezzi con il coltello, facendo un paio di croci. Affondiamo la lama per circa 2/3 millimetri.
- Friggiamo intorno ai 165/170 gradi, facendo attenzione a che l'olio non diventi troppo caldo, perché non devono prendere subito colore.
- Scoliamo su una gratella posta sulla carta forno.
- Accompagniamoli con formaggi stagionati, crema di gorgonzola che io ho preparato sciogliendo il gorgonzola in poco latte.
- Con salumi tipo soppressata, capicollo.
Note
3 Consigli fondamentali sulla preparazione
- Più piccoli faremo i pezzi, più saranno buoni e croccanti dopo la frittura.
- È possibile usare anche solo un paio di grammi di ammoniaca oppure di bicarbonato.
- Per aromatizzare si può usare anice, grappa, rum o altro liquore forte tipico. L’alcool in cottura evapora perciò la parte alcolica non ci sarà. Potrete anche ometterlo se non piace o usare vino bianco.
Differenza tra i taralli di Pasqua al forno e fritti
Seppur partendo da un impasto simile, i taralli di Pasqua al forno e quelli fritti si distinguono per diversi aspetti, a cominciare dalla forma.
Quelli al forno hanno spesso un aspetto più liscio e regolare, e ricordano nella consistenza i biscotti duri, perfetti da inzuppare. I taralli fritti, invece, sono più gonfi, dorati e spesso ricordano la forma degli scroccafusi marchigiani, altro dolce tipico pasquale, con la loro superficie irregolare e a volte leggermente spaccata, simbolo di rusticità e genuinità.
Un’altra differenza fondamentale è la consistenza: i taralli fritti sono più friabili e croccanti esternamente, mentre l’interno resta morbido. Il gusto è più deciso, grazie alla frittura che esalta gli aromi, rendendoli perfetti anche per abbinamenti salati.
In alcune varianti, i taralli al forno vengono glassati con zucchero fondente o confettini colorati, mentre i fritti si gustano spesso al naturale o con una spolverata di zucchero.
Condimenti salati e salse per accompagnare i taralli di Pasqua fritti
Anche se la versione dolce dei taralli è quella più conosciuta, i taralli di Pasqua fritti sono straordinari se accostati a condimenti salati, diventando un perfetto antipasto rustico o stuzzichino da servire durante l’aperitivo.
Tra gli abbinamenti migliori troviamo:
- Gorgonzola dolce o piccante: la cremosità del formaggio si sposa perfettamente con la croccantezza del tarallo fritto, creando un contrasto irresistibile.
- Soppressata calabrese o lucana: il sapore deciso del salume bilancia la nota neutra del tarallo, perfetto anche da servire caldo.
- Crema di rape e patate: tipica delle cucine pugliese e campana, questa crema rustica si presta come salsa da intingere, per un risultato sorprendentemente equilibrato.
- Ricotta salata grattugiata con olio EVO: una spolverata sopra il tarallo caldo lo trasforma in una piccola opera d’arte contadina.
Questi condimenti salati valorizzano la versatilità dei taralli fritti, rendendoli protagonisti anche di tavole più moderne e creative.
Idee di condimenti dolci per i taralli fritti di Pasqua
Se invece preferisci il gusto dolce, i taralli di Pasqua fritti non ti deluderanno: la loro semplicità li rende perfetti da accompagnare con creme, glasse e confetture.
Ecco qualche idea golosa per trasformarli in un dessert originale:
- Glassa al limone o all’anice: tradizionale nelle versioni campane e pugliesi, la glassa si prepara con zucchero a velo e qualche goccia di succo di limone o liquore all’anice. Una volta raffreddata, solidifica formando una crosticina zuccherina.
- Crema pasticcera o chantilly: da servire accanto o all’interno se il tarallo viene leggermente tagliato. Un abbinamento delicato e raffinato.
- Confettura di amarene o fichi: il sapore fruttato esalta la frittura, perfetto per una colazione o una merenda di festa.
- Miele e granella di noci: un tocco rustico e antico, semplice e irresistibile.
Puoi anche spolverarli con zucchero a velo vanigliato oppure intingerli nel cioccolato fondente fuso per una versione più moderna e golosa.
Come conservare i taralli di Pasqua fritti
Una delle domande più frequenti è: come conservare al meglio i taralli di Pasqua fritti senza perdere la loro fragranza? Ecco qualche consiglio utile.
- Una volta raffreddati completamente, riponili in contenitori ermetici o in scatole di latta, separati da carta da forno.
- Evita contenitori in plastica morbida, che potrebbero trattenere umidità e far perdere croccantezza.
- Si conservano fino a 5-6 giorni in luogo fresco e asciutto. Se vuoi gustarli caldi, puoi riscaldarli per pochi minuti in forno statico a 160°C.
- Non congelarli fritti: rischiano di diventare molli una volta scongelati. Se vuoi, puoi congelare l’impasto crudo, già formato, e friggerlo al momento.
- Se preferisci conservarli a lungo, puoi friggerli leggermente, lasciarli raffreddare e poi terminare la frittura al momento di servirli, così saranno sempre freschi e fragranti.
Conclusione: un invito a riscoprire la tradizione
I taralli di Pasqua fritti sono una coccola per il palato e per il cuore. Dietro la loro semplicità si nasconde una storia antica, fatta di riti familiari, gesti lenti e ingredienti genuini. Che tu preferisca servirli con salumi e formaggi o trasformarli in dolci prelibati con miele, confetture e glasse, questi taralli portano in tavola la vera essenza della Pasqua italiana. E se ti è piaciuta questa ricetta, non perderti anche la variante più leggera e croccante dei taralli di Pasqua al forno, perfetta per chi ama i sapori più delicati.
Inoltre, ti consiglio di scoprire anche gli scroccafusi marchigiani, dolcetti pasquali simili per forma ma con una personalità tutta loro.
La tradizione è un viaggio meraviglioso, e ogni ricetta è una tappa da gustare fino in fondo.
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