Come scegliere una banca?
Oggi vediamo da vicino cosa comporta scegliere una Banca, compreso l’Ufficio Postale: vantaggi e svantaggi, consigli rispetto ad una banca.
Ma quale banca? Quella sotto casa dove c’è comunque la possibilità di guardare in faccia l’impiegato e farsi dare qualche consiglio oppure quella “online”, più immediata e più moderna? E perché non all’Ufficio Postale?
Scegliamo una via di mezzo: ufficio sotto casa ed operatività on line. Una scelta che evita la fila ed i maggiori costi delle operazioni fatte allo sportello.
Non trascuriamo che quel nostro “amico”, simpatico e sempre corretto, ci suggerisce le cose che conosce e che la sua banca gli chiede di “vendere”; tra l’altro probabilmente, fra qualche tempo, non starà più in quella sede o, addirittura, in quella banca.
Primo comandamento per scegliere una banca
Ribadisco il primo comandamento, l’unica nostra tutela: cerchiamo di capire, ripetiamo le domande fino alla noia, ma scegliamo in piena consapevolezza e non ricorriamo ai casi analoghi del parente o del compare, perché gli abiti, se non fatti su misura, presentano comunque dei difetti.
Cominciamo ad accendere un c/c, indispensabile per effettuare versamenti e prelevamenti, bonifici, pagamenti ripetitivi di utenze e, come appoggio, per carte di credito e debito e, se del caso, di deposito di titoli.
Il contratto che sottoscriviamo è un contratto di adesione, come quelli delle polizze assicurative; non è possibile modificarlo, anche se riuscissimo a leggere e capire tutte quelle clausole astruse. Possiamo, invece, chiedere miglioramenti delle condizioni standard, magari con l‘applicazione di una convenzione che si adatti alla nostra attività ed al “profilo” che scaturisce dall’intervista a cui siamo sottoposti, che ha lo scopo essenziale di far richiamare la nostra attenzione su operazioni non adeguate alle nostre conoscenze dei prodotti offerti.
Parametri utili.
Qualche parametro utile: un c/c con un’operatività “bassa” – circa 10 operazioni al mese – costa intorno ai 100 euro annui, a cui vanno aggiunti € 34,20, sempre annui, ma solo nel caso in cui la giacenza, che teniamo mediamente in un anno sul conto, superi i 5.000 euro. Altre voci di costo: spese per la liquidazione degli interessi, l’invio degli estratti conto, i bonifici, la conferma con sms delle operazioni e ….qui la fantasia raggiunge vette impensabili.
Se vogliamo evitare spiacevoli sorprese, dobbiamo, perciò, conoscere bene quali operazioni pensiamo di effettuare su quel conto, trattarne il costo e farci precisare in dettaglio tutte le altre voci. Ovviamente questo ci tutelerà fino a quando la Banca non deciderà di comunicarci le nuove tariffe! A quel punto torneremo a negoziare.
Incidenza del costo di un conto corrente.
Qualche piccolo calcolo per comprendere bene l’incidenza del costo di un c/c che forfettariamente consideriamo in 120 euro annui.
Immaginiamo di depositare su quel conto 100mila euro e li tenerli fissi per un intero annui; al massimo riusciremmo ad ottenere l’1% di tasso creditore, che significa 1000 euro lordi in un anno, che, dopo l’applicazione dell’imposta del 26% , diventano 740 euro. Poca cosa rispetto ai costi!
Precisiamo che il 26% è la tassazione sulle rendite finanziarie che la Banca gira al Fisco ed è diversa a seconda della natura di tali “rendite” (per il Titoli di Stato o per i Buoni fruttiferi postali, ad esempio, è del 12,5%).
Altri consigli.
- Quando effettuiamo un versamento non in contanti non sempre possiamo prelevarlo nello stesso giorno. Se non è maturata la valuta – tecnicamente la data da cui decorre il calcolo degli interessi – è come se prelevassimo allo scoperto, con la conseguente applicazione di rilevanti interessi a debito. Inoltre, in alcuni casi, come quello del versamento di assegni, la Banca blocca l’importo per il tempo che ritiene occorrente affinché l’assegno versato possa considerarsi pagato.
- Siamo sicuri di quella Banca alla quale ci stiamo rivolgendo?
La risposta è “Sì”, ma fino all’importo di € 100.000,00 (centomila) purché in c/c o in altra forma di deposito, se la Banca aderisce al fondo interbancario di tutela dei depositi. Lo fanno in genere tutti gli Istituti, ma sarà facile controllarlo sull’apposito sito e dalla documentazione che la Banca ci sottopone.
E’ una garanzia che si applica per ogni rapporto intestato allo stesso depositante anche su Banche diverse (mi spiego meglio: se ho cinque conti, a me intestati, presso cinque banche diverse, e su ogni conto ho un saldo di 100mila euro, sarò garantito fino all’ importo di 500mila euro).
- Se sottoscriviamo dei titoli (obbligazioni, azioni, titoli di Stato, ecc.), dobbiamo accendere un deposito a custodia, con costi aggiuntivi, collegato al c/c.
Che garanzia abbiamo per questo deposito?
Il rischio che corriamo è quello connesso con le vicende del singolo titolo. Per il deposito a custodia, si applica, infatti, il principio della gestione separata; quel deposito, cioè, non ha alcun rapporto con il patrimonio della Banca ed è tutelato anche se la Banca dovesse fallire.
Per ora, mi pare che basti.