Due volte al mese, nella mia casa paterna, si accendeva il forno a legna per fare il pane. A Pasqua, dentro, si metteva formaggio “scamosciato”, uova, prosciutto, parmigiano: era la pizza “chiena” di pane.

La pizza piena, conosciuta in campania come pizza chiena, è una ricetta tradizionale della Pasqua. Golosa e pratica da mangiare, è perfetta anche per una giornata all’aria aperta a Pasquetta.

La pizza piena: origini della ricetta

La pizza piena, conosciuta anche come pizza rustica, è un piatto tradizionale della cucina italiana, tipico delle regioni del centro-sud come la Campania, la Puglia, la Calabria e la Basilicata. Questo piatto è un’ottima scelta per un pasto veloce, perfetto per i picnic, le feste e le cene informali.

Le origini della pizza chiena risalgono alla tradizione contadina italiana, dove veniva preparata in occasione delle feste di Pasqua. Questo piatto veniva preparato con gli ingredienti a disposizione delle famiglie contadine, in particolare le uova, il formaggio e la carne. La pizza chiena, infatti, era un piatto sostanzioso che poteva essere consumato anche nei giorni di digiuno.

La preparazione di questa ricetta è relativamente semplice. Si inizia con la preparazione dell’impasto, che può essere fatto con farina, acqua, sale e lievito. Una volta preparato l’impasto, si aggiungono gli ingredienti a piacere, come salumi, formaggi, verdure, uova, e si inforna il tutto fino a quando la crosta diventa dorata e croccante.

Un piatto oggi popolare

Oggi, la pizza piena è diventata un piatto molto popolare in Italia e all’estero, dove viene preparata con una grande varietà di ingredienti. Tuttavia, la tradizione contadina di questo piatto è ancora presente, con molte famiglie italiane che continuano a preparare la pizza chiena in occasione delle festività religiose e delle riunioni familiari.

In conclusione, la pizza piena è un piatto che ha radici profonde nella tradizione contadina italiana, ed è diventata un simbolo della cucina italiana in tutto il mondo. Grazie alla sua semplicità e alla sua versatilità, la pizza piena rimane un piatto popolare e amato da tutti.

La pizza piena di pane

Preparazione 3 ore 30 minuti
Portata Portata principale
Cucina Italiana
Porzioni 12 porzioni

Ingredienti
  

  • 2 pezzi da 1Kg di pasta di pane
  • 1500 g formaggio primo sale “scamosciato”
  • 13 uova
  • 400 g grana padano o parmigiano grattugiato non troppo stagionato
  • 500 g prosciutto crudo

Note

Regolatevi sulla cottura: circa due ore, più o meno.

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La pizza piena di casa mia

Due volte al mese, nella mia casa paterna, si accendeva il forno a legna per fare il pane. A Pasqua, dentro, si metteva formaggio “scamosciato”, uova, prosciutto, parmigiano: era la pizza “chiena” di pane.

Due volte al mese, nella mia casa paterna, si accendeva il forno a legna per fare il pane. A Pasqua, dentro, si metteva formaggio “scamosciato”, uova, prosciutto, parmigiano: era la pizza “chiena” di pane.

La pizza piena di nonna Giannina

La nostra pizza piena è venuta buonissima, compatta e saporita.
Ma non è come quella che faceva mamma.

Fino a quando i coloni, Minuccio e Maria, sono stati entrambi in vita, la nostra casa ferveva di attivismo: c’era sempre qualcosa da fare in campagna e soprattutto c’erano i raccolti, a cui partecipavano anche altri contadini, quelli che andavano “a giornata”. Papà e Maria cucinavano per tutti, a partire dalla colazione con baccalà, patate, peperoni sottaceto e qualche volta pure i cavolfiori. Il pane non mancava mai. C’era qualcuno che a pranzo lo mangiava insieme alla pasta.

Maria impastava il pane nella madia e due volte al mese si cuocevano una decine di panelle. Ero piccola, ma l’odore del pane, i gesti antichi di passare lo straccio bagnato, detto “munnulo”, per ripulire i mattoni dai residui, la cura amorevole con cui Maria guardava le sue creature crescere nel forno, attenta, attraverso la bocca più piccola, a “sbentà” oppure a mettere un pentolino con l’acqua, il tepore della nostra grande cucina, mi sono rimasti dentro con la dolcezza dolorosa delle cose perdute per sempre.

Come tutte le cose belle, ad un certo punto tutto questo si interruppe. Per la settimana di Pasqua, occasione in cui Maria e mamma preparavano insieme, furono trovate delle alternative. Con il tempo, anche le leccornie preparate sembravano non avere più lo stesso sapore. Tutto veniva accolto tiepidamente, senza slancio.

Successivamente sostituii mamma nella preparazione di pastiera e pizza con la ricotta. Lei continuava a fare i biscottini per il vino, qualche tarallo per papà, una pizza piena di pane ed una nel ruoto. Ma senza entusiasmo, per continuare la tradizione.

Fu solo quando le sue quattro nipoti femmine, due da parte mia e due di mia sorella, si appassionarono alla pizza piena di pane, che lei iniziò a superarsi di anno in anno. Divenne un rito mangiarla subito, solo qualche ora dopo sfornata. Croccante, profumata e piena d’amore.

Questo ricordo di lei, nonna contenta di poter far felici le nipoti, con la sua gheppa di lana riciclata sempre sulle spalle, che cammina malconcia tra la cucina ed il forno esterno per controllare la cottura della pizza piena, ha fatto sbiadire il mio nostalgico passato infantile, che di fronte al dolore ancora graffiante per la sua scomparsa, mi appare ben poca cosa.

Ricordiamola così.

Conclusioni

Abbiamo visto una ricetta della tradizione che, a differenza della pizza chiena napoletana, prende corpo con un impasto più impegnativo, più simile al pane. Per Pasqua ho realizzato diverse ricette, dolci e salate, che potranno tornarvi utili a riempire le vostre tavolate in famiglia di ricordi e ricette della tradizione.

Ve ne lascio qualcuna qui sotto e vi auguro una buona Pasqua!

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