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L’Oasi di Senerchia, un piccolo paradiso.
Se in questi giorni di caldo torrido sognate la frescura di boschi profondi e dolci acque, questo è un consiglio per voi.
A pochi chilometri dalla città di Avellino c’è l’ Oasi di Senerchia un piccolo gioiello della natura, incastonato nel gruppo dei Monti Picentini. È l’Oasi Valle della Caccia di Senerchia che, a dispetto del nome, accoglie solo chi, disarmato, venga in questo luogo a caccia di tranquillità, di scorci ambientali incontaminati. L’Oasi è un presidio del WWF, un piccolo angolo di paradiso dove si riscopre la voglia di riprendere contatto con la madre Terra.
Senerchia si trova a 600 metri sul livello del mare, nell’Alta Valle del Sele, alle pendici del Monte Boscotiello. Oltre al fiume Sele, che alimenta l’acquedotto pugliese, molti altri corsi d’acqua attraversano queste terre. Questa ricchezza di risorse idriche rende rigogliosa questa terra, coprendola di un fitto manto verde, interrotto solo in parte da coltivazioni di frumento, vigne e uliveti. La vegetazione è ricca e variegata. Sono presenti anche piante rare come l’Erica terminalis e l’Acer lobelii. La parte montana è coperta da betulle e dal raro pino nero.
Il suono dell’acqua
Entriamo nell’Oasi di Senerchia e il dolce suono dell’acqua che scorre tra le pietre ci conduce lungo il percorso sensoriale che sarà anche un viaggio spirituale. Sembra di essere tornati a casa, a un ambiente familiare, forse è il richiamo ancestrale alle nostre vere radici. Tiriamo un lungo sospiro e immediatamente i profumi ci riportano a luoghi e tempi che nella nostra mente sono rimasti sepolti sotto cataste di pensieri cupi, ansie, nevrosi.
Un agile sentiero battuto ci apre la strada tra le felci e gli arbusti del sottobosco e, di tanto in tanto, piccole oasi attrezzate ci invitano a una sosta meditativa. Lo spettacolo delle cascatelle d’acqua che si fanno strada in mezzo a cumuli di massi calcarei e il suono che se ne produce, ci culla e ci asseconda nel nostro desiderio di fermarci qui per tutto il tempo della nostra visita. Ma sarebbe un peccato, perché perderemmo la meraviglia che ancora ci attende con altri scorci, altre cascatelle, i ponticelli che attraversano il corso d’acqua, le gole, le pareti rocciose coperte di muschio, da cui gocciolano, come una pioggerellina, rivoli d’acqua luccicante che si uniscono al torrente che si svolge come un serpente ai nostri piedi.
Farfalle e altri animali fantastici
Nostre compagne sono le farfalle, tante. Anche la fauna qui è ricchissima. Mammiferi come il cinghiale, la volpe, lo scoiattolo, il tasso, la donnola, la faina, il ghiro, il moscardino e anche il lupo sono gli abitanti discreti di questa oasi. Più facile avvistare o sentire il canto di alcune specie di uccelli, tra cui il falco pellegrino, l’usignolo. E anche se i rettili non ci fanno particolare simpatia, è d’obbligo citare la rara salamandra pezzata.
La cascata
Avanziamo senza fatica, il sentiero è agevole e privo di dislivelli eccessivi. L’ultimo sforzo ci fa superare l’ultima gola, un suono forte ci accoglie e finalmente davanti a noi compare la visione di una bellissima cascata, con un salto di circa trenta metri, che sgorga da alte pareti di roccia scura, punteggiate dal verde degli arbusti. È il fiume Acquabianca che nasce dai monti Picentini, attraversando il vallone Caccia ed affluisce nel fiume Sele. Un ponticello in legno ci conduce vicino al getto e qui veniamo investiti dallo spostamento d’aria provocato dall’acqua che precipita dall’alto. L’aria intorno è carica di goccioline d’acqua vaporizzate.
Uno spettacolo maestoso che ci mostra in un sol colpo la forza e la grandezza della natura e la sua estrema fragilità. Un flusso d’acqua così impalpabile, ma capace di fondere la roccia.
Siamo nel cuore verde dell’Oasi, l’aria intorno è rinfrescata dal vento della cascata, i pensieri si sono vaporizzati insieme all’acqua, la mente è rigenerata completamente. Vale la pena fare una visita a questo piccolo scrigno naturale, in premio avremo la possibilità di ascoltare di nuovo il canto del nostro mondo interiore che ci siamo persi nel disordine della vita quotidiana.