I biscotti da inzuppo sono una ricetta semplicissima: sono proprio i biscottini di una volta, che si mangiavano a fine pasto bagnati nel vino o nel latte del mattino. In verità buonissimi anche da sgranocchiare da soli.

Biscotti da inzuppo: origini della ricetta

La storia dei biscotti da inzuppo risale a molto tempo fa, quando l’idea di inzuppare un biscotto in un liquido caldo o freddo era una pratica comune in molte culture. Tuttavia, la ricetta dei biscotti da inzuppo come li conosciamo oggi ha origine in Italia, dove sono conosciuti come “biscotti di Prato” o “cantuccini”.

La città di Prato, situata nella regione toscana, è famosa per i suoi biscotti da inzuppo, che sono stati prodotti per secoli dalle panetterie locali. La ricetta originale prevede l’uso di mandorle tostate e farina di grano duro, insieme a uova, zucchero, burro e lievito. La pasta viene quindi formata in una forma allungata, cotta due volte e tagliata a fette sottili.

Origini toscane

L’origine esatta della ricetta dei biscotti di Prato non è chiara, ma si pensa che risalga al XIV secolo. Si dice che i biscotti siano stati inventati dai monaci del monastero di San Giovanni, situato nella vicina città di Val di Bisenzio. I monaci cucinavano i biscotti per accompagnare il loro vino, che veniva servito durante la messa.

Con il tempo, la ricetta dei biscotti di Prato si è diffusa in tutta la Toscana e in altre parti d’Italia. Oggi, questi biscotti sono una delizia popolare in tutto il mondo, e sono spesso serviti con vino dolce o caffè.

Tante varietà per i biscotti da inzuppo

Oltre ai biscotti di Prato, esistono molte altre varietà di biscotti da inzuppo in tutto il mondo. Ad esempio, i biscotti savoiardi, noti anche come ladyfingers, sono un tipo di biscotto leggero e croccante che viene spesso utilizzato in dolci come la tiramisù. In Francia, i biscotti da inzuppo sono chiamati “biscotti secchi”, mentre in Inghilterra sono noti come “biscotti per il tè”.

In sintesi, i biscotti da inzuppo hanno una lunga e interessante storia che risale a secoli fa in Italia. Oggi, questi biscotti sono amati in tutto il mondo per la loro croccantezza e il loro sapore delizioso, e sono un’aggiunta perfetta a qualsiasi pasto o merenda.

Curiosità e leggende sulla ricetta

Ho raccolto ben tre curiosità sui biscotti da inzuppo che potranno tornarvi utili per scoprire nuove ricette internazionali o, semplicemente, per fare bella figura con i vostri ospiti all’ora del tè:

  1. I biscotti da inzuppo, come il nome suggerisce, sono progettati per essere inzuppati nel tè, nel caffè o in altre bevande calde. In realtà, l’origine dei biscotti da inzuppo risale al 17° secolo in Inghilterra, quando la Regina Elisabetta I ordinò ai suoi cuochi di preparare biscotti sottili e secchi che potessero essere inzuppati nel vino.
  2. I biscotti da inzuppo sono noti anche come biscotti savoiardi o biscotti ladyfingers. Questi biscotti hanno una consistenza leggera e spugnosa, a causa dell’alto contenuto di uova nella loro ricetta. Sono un ingrediente comune in molti dolci e dessert, come il tiramisù, la charlotte e il trifle.
  3. Esistono diverse varietà di biscotti da inzuppo in tutto il mondo. Ad esempio, in Italia ci sono i biscotti Pavesini, che sono spesso utilizzati per preparare il tiramisù. In Francia, ci sono i biscotti boudoirs, che vengono spesso utilizzati per preparare il charlotte. In Spagna e in America Latina, esiste una versione più dolce dei biscotti da inzuppo, chiamati churros, che sono tradizionalmente serviti con cioccolata calda per la colazione o la merenda.
I biscotti da inzuppo sono una ricetta semplicissima: sono proprio i biscottini di una volta, che si mangiavano bagnati nel vino o nel latte.

Biscotti da inzuppo

Preparazione 2 ore 30 minuti
Portata Dessert
Cucina Italiana
Porzioni 50 porzioni

Ingredienti
  

  • 500 g farina 00
  • 250 g zucchero semolato
  • 2 uova
  • 1 tuorlo
  • 100 g olio vegetale
  • 150 g latte
  • 15 g ammoniaca (o una bustina di lievito più un cucchiaino di bicarbonato)
  • q.b. buccia di arancia e limone grattugiata

Facoltativo

  • 250 g nocciole con la pellicina tostate

Istruzioni
 

  • In una ciotola montiamo le uova con lo zucchero.
    Dalla dose intera di latte, togliamone un poco per sciogliere l’ammoniaca.
    Se invece usiamo il lievito con un cucchiaino piccolo di bicarbonato setacciamoli insieme alla farina, miscelando bene il tutto.
    I biscotti da inzuppo sono una ricetta semplicissima: sono proprio i biscottini di una volta, che si mangiavano bagnati nel vino o nel latte.
  • Aggiungiamo alle uova montate, alternandoli tra loro, la farina, il latte e l’olio.
  • Aggiungiamo la buccia grattugiata degli agrumi.
  • Alla fine, riscaldiamo il latte fin quasi all’ebollizione e sciogliamoci l’ammoniaca. Dovrà fare la schiuma. Poi versiamo il tutto nell’impasto.
    Regoliamone la consistenza, se fosse troppo sodo aggiungiamo uno o due cucchiai di latte.
    I biscotti da inzuppo sono una ricetta semplicissima: sono proprio i biscottini di una volta, che si mangiavano bagnati nel vino o nel latte.
  • Formiamo dei filoncini, io ho usato la sac a poche ma non è indispensabile, ed inforniamo in forno preriscaldato, statico o ventilato, a 180° per 15/20 minuti senza aprire lo sportello prima che sia trascorso almeno un quarto d’ora.
    I biscotti da inzuppo sono una ricetta semplicissima: sono proprio i biscottini di una volta, che si mangiavano bagnati nel vino o nel latte.
  • Dopodichè, sforniamo e lasciamo raffreddare per 5 minuti.
  • Tagliamo diagonalmente i biscotti e ripassiamo in forno a 165/170° sino alla cottura desiderata.
    I biscotti da inzuppo sono una ricetta semplicissima: sono proprio i biscottini di una volta, che si mangiavano bagnati nel vino o nel latte.
  • Una volta raffreddati saranno pronti per essere inzuppati nel vino o nel latte.
    I biscotti da inzuppo sono una ricetta semplicissima: sono proprio i biscottini di una volta, che si mangiavano bagnati nel vino o nel latte.

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I metodi antichi per conservare i biscotti

Come ho raccontato nel video, mamma li faceva nelle grandi occasioni, tipo Pasqua, la festa di Sant’Antonio grande ad agosto e quando qualche volta papà a tavola diceva “Gianni’ e fai due viscottini?” allora lei per accontentarlo li faceva.

Venivano conservati in una federa di cotone, quella dei cuscini.

Ogni tanto, quando la mancanza dei miei si fa sentire più forte, li rivedo nei miei ricordi: mamma, di spalle, che si alza dalla sua poltrona e va verso il mobile della cucina a prendersi un biscottino. E sento la voce di papà che la prende bonariamente in giro per il suo debole per le cose zuccherate.

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